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Giovedì 13 Aprile 2023
II Guerra mondiale: scoperte fosse comuni di ufficiali polacchi
Il 13 aprile 1943 soldati della Wermacht scoprono per caso nel bosco di Katyn, venti chilometri a ovest di Smolensk (Russia, Urss), le salme di 4443 ufficiali polacchi ammassate in fosse comuni. Il governo polacco in esilio, guidato da Wladyslaw Eugeniusz Sikorski, chiede ripetutamente notizie all'Unione Sovietica circa la sorte dei prigionieri di guerra del 1939. Il fatto fa sorgere tra i due Paesi una profonda controversia, che si conclude con l'interruzione dei rapporti tra Mosca e il governo polacco in esilio a Londra. L'Unione Sovietica, a sua difesa, addebita agli invasori tedeschi tutta la responsabilità del massacro. Una commissione d'inchiesta riunita dal governo tedesco stabilisce che gli ufficiali polacchi sono fucilati con munizioni tedesche, nel tentativo di allontanare dai colpevoli la responsabilità del massacro, ma che in realtà essi sono sotterrati prima dell'occupazione tedesca del territorio. Da parte tedesca il ritrovamento di Katyn viene sfruttato a fini propagandistici come esempio di "Massacro bolscevico". Solo nel 1990, sotto la presidenza di Gorbaciov, l'Unione Sovietica ammetterà le proprie responsabilità nella strage dei militari polacchi.
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